I cambiamenti climatici che si stanno verificando a livello globale stanno portando estati sempre più lunghe e più torride anche nelle zone temperate. Questo ha ricadute particolarmente sensibili negli ambienti di lavoro industriali, come i capannoni, dove svolgere le attività quotidiane con temperature eccessive diventa praticamente impossibile. D’altro canto, il riconoscimento delle cause umane del riscaldamento globale ha fortunatamente generato una nuova consapevolezza dell’importanza dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente, e quindi la ricerca di soluzioni più accettabili, dal punto di vista dell’impatto ambientale, rispetto a quelle utilizzate fino a qualche anno fa
Il problema fondamentale dell’aria condizionata in ambienti industriali
La ricerca di un’alternativa all’aria condizionata in ambito industriale nasce proprio dalla rilevazione di un dato indiscutibile: i consumi energetici legati al condizionamento dell’aria sono di per sé e genericamente eccessivi, ma diventano astronomici quando l’ambiente da condizionare è grande quanto un intero capannone industriale. E questi consumi sono un problema sia, com’è banale capire, da un punto di vista economico, dato che si traducono in un costo enorme per l’azienda, sia dal punto di vista meno immediato ma ben più grave dell’ecologia. A questo si abbina poi la presenza di fluidi frigorigeni necessari all’abbattimento della temperatura, che sono purtroppo estremamente inquinanti.
Poiché però non è possibile risolvere il problema nel modo più semplice, ossia riducendo le dimensioni dell’ambiente da climatizzare – i capannoni sono necessariamente ambienti grandi – e non è nemmeno immaginabile fare a meno di una qualsiasi regolazione della temperatura negli ambienti di produzione industriale, diventa necessario trovare una soluzione diversa.
Le alternative con interventi edilizi
Fra le soluzioni che sono state proposte due hanno suscitato, nel tempo, particolare curiosità.
La prima di queste è quella legata alle tecniche di raffrescamento passivo, e coinvolge la struttura esterna degli edifici stessi – in particolare le coperture. Questa tecnica prevede infatti di rivestire il lato esterno delle costruzioni con apposite pellicole molto chiare: scopo di questo strato aggiuntivo è quello di massimizzare la dispersione del calore all’esterno, in un modo molto simile a quello tipico delle coperte termiche in alluminio. Anche i tetti sono coinvolti, con l’implementazione di tetti verdi che raffrescano l’edificio grazie all’evaporazione messa in atto dalle piante.
Altra metodologia che ha generato un certo interesse è poi quella del teleraffrescamento. Qui – in maniera del tutto simile ai già noti sistemi di teleriscaldamento – il compito di abbassare la temperatura nell’edificio è affidato ad un sistema di serpentine nei muri in cui circola acqua fredda, collegato ad uno scambiatore di calore remoto. Più usato del primo sistema che abbiamo menzionato, sia nei poli ospedalieri che proprio nei capannoni industriali, anche questo metodo ha però trovato una bassa diffusione.
La scarsa fortuna di questi due sistemi è da ricercarsi sia nei loro costi che nella necessità di effettuare significativi interventi edilizi per poterli implementare, il che li rende poco pratici da installare nei capannoni di vecchia costruzione e costosi per quelli di nuova realizzazione.
Ma quale soluzione è possibile adottare quindi come alternativa all’aria condizionata in ambito industriale?
La soluzione alternativa: i raffrescatori adiabatici
La miglior soluzione oggi disponibile sul mercato per il raffrescamento dei capannoni e dei grandi ambienti industriali è sicuramente rappresentata dai raffrescatori adiabatici. Si tratta di una tecnologia molto semplice, e soprattutto di facilissima installazione in qualsiasi capannone: un sistema di aspirazione forzata immette all’interno del capannone, dall’alto, l’aria esterna, facendola passare attraverso dei filtri di cellulosa mantenuti continuamente bagnati. In questo modo la temperatura dell’aria cala significativamente, e questa cala naturalmente verso il pavimento del capannone, dove raffresca la temperatura di diversi gradi; l’aria calda, di contro, viene sospinta verso l’alto ed esce, senza generare alcun disagio.
Il tutto, poiché si svolge senza sistemi di ventilazione interni né apparati di condizionamento, presenta sia costi iniziali molto ridotti che costi operativi pari ad una minima frazione di quelli necessari per un condizionatore industriale; oltre a questo, i consumi energetici sono estremamente contenuti e non si fa uso di alcuna sostanza chimica frigorigena, e quindi l’intero impianto abbina ad un’efficienza assolutamente soddisfacente un bassissimo impatto ambientale.
Per qualsiasi informazione relativa all’installazione di sistemi di raffrescamento adiabatici nel vostro capannone, contattateci oggi stesso!